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VW I303 Maggiolone

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Riavviata l'azienda e venuto il tempo di far ritorno in patria, il maggiore Hirst dovette scegliere un direttore tedesco per la nuova Volkswagen; un compito non facile visto che la quasi totalità dei manager tedeschi era compromessa con il passato regime nazista. La scelta cadde su Heinz Nordoff che, prese le redini aziendali il 1º gennaio 1948, seppe magistralmente proseguire l'opera di Hirst, portando al giusto regime il ritmo produttivo, fino a vendere, nel 1949, quasi cinquantamila esemplari. Un progresso che si arrestò solo negli anni settanta.

Nel frattempo l'ingegnere Ferdinand Porsche, accusato nel 1947 di crimini di guerra e arrestato in Francia, venne liberato. Morì il 30 gennaio del 1951, lasciando a suo figlio Ferdinand "Ferry" Porsche la guida della sua casa automobilistica appena fondata. Pare che, una volta tornato in Germania, si commosse vedendo quanti "suoi" Maggiolini giravano per le strade. Poiché a Porsche si deve la nascita del Maggiolino, la sua casa automobilistica ottenne una royalty di 5 DM per ogni esemplare di Maggiolino venduto, in cambio della promessa di non commercializzare mai un'automobile concorrente.

Nel 1948, viene introdotto il modello [Typ 1/113] detto Export-Modell, versione molto rifinita, ricca di cromature e destinata ai mercati stranieri più ricchi, come la Svizzera[15]. Da questo momento, lo sviluppo dei modelli Standard [Typ 1/111] ed Export [Typ 1/113] viaggia su binari paralleli, ma con tappe diverse. Infatti alcune migliorie meccaniche e funzionali verranno introdotte prima sul modello Export e solo più tardi sul modello Standard.

Nel 1949 il modello [Typ 1] viene affiancato dal Volkswagen Typ 2, un mezzo da lavoro realizzato con lo stesso motore e una meccanica molto simile: è il secondo modello della casa di Wolfsburg.

All'inizio degli anni '50 la Volkswagen comincia a vendere il Maggiolino oltre i confini della Germania, aprendo filiali in BrasileStati Uniti d'AmericaMessico e Sudafrica.

Nel 1951, lo Studio Porsche lavorò per un breve periodo ad un motore diesel su base del propulsore originale a benzina da 1192 cm³, portato a 1290 cm³, mantenendo invariato il raffreddamento ad aria e lo schema dei cilindri, con una potenza di 25 cavalli a 3300 giri al minuto e un peso inferiore ai 40 chilogrammi. Furono progettati due prototipi, un Maggiolino e un [Typ 2]. Nonostante avesse registrato consumi molto bassi (intorno ai 16 km/l, contro i 12 km/l del motore a benzina) e fosse stato collaudato per oltre un milione di chilometri, il progetto fu abbandonato, poiché il motore si rivelava rumoroso e troppo lento: oltre 60 secondi per arrivare a 100 km/h, per una velocità massima registrata di 110 km/h.

Nel 1953, vengono apportate le prime modifiche, come il lunotto posteriore ovale e non più diviso in due parti. Questo modello, molto apprezzato soprattutto nella versione Export, è distinto oggi dagli odierni appassionati col soprannome di Ovalino.

Nel 1955 viene realizzato il milionesimo Maggiolino, oggi conservato nel Museo Volkswagen di Wolfsburg.

Nel 1958 per rinnovare il Maggiolino i tecnici della Volkswagen si rivolgono a Battista Farina, fondatore della Pininfarina che dà il compito di rivedere la vettura al filgio Sergio. L'ingegnere studia a fondo l'automobile per poi chiedere ai tecnici Volkswagen: "È perfetta così, perché volete cambiarla?" L'ingegnere consiglierà solo di ampliare il lunotto posteriore per migliorare la visibilità. Uno spot di quell'anno vede protagonista proprio Pininfarina, intento a studiare l'auto.[17] Nella stessa occasione tutte le superfici vetrate furono leggermente ampliate. Altra novità del 1958, è l'adozione degli pneumatici tubeless.

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